Subliminale e marketing, dai Simpson a Marlboro

Un messaggio subliminale è una tecnica che permette di trasmettere dei messaggi senza che gli stessi vengano compresi dalla mente conscia, ma arrivino direttamente nell’inconscio.

Si può sviluppare in diversi modi, ad esempio utilizzando parole o modificando alcune scene, allungando o diminuendo gli spazi, in modo che queste varino il significato generale, consentendo di portare al cliente un messaggio senza che l’utente lo percepisca.

Ed è questa la grossa potenzialità di questo sistema, assicurarsi un messaggio di un certo tipo può fare la differenza.
Esempio iconico di questa idea è un episodio della fortunata serie americana “I Simpson”, dove viene ribadito il messaggio ‘Yvan eht nioj’, che non è altro che ‘Join the Navy’, ossia un modo per reclutare nuove persone per la marina (come si scoprirà alla fine dell’episodio).

Altro esempio, forse meno noto, è l’esempio di Marlboro, storico sponsor della Formula 1, che, visti i limiti imposti dall’Europa alla pubblicità, ha scelto di inserire prima un frammento del proprio logo e poi un codice a barre (riportato sullo spoiler) che rimandava al logo dell’azienda dei tabacchi.

Per evitare ulteriori restrizioni (e a causa del riconoscimento come pubblicità subliminale) la casa di Maranello si è trovata costretta a rimuovere parte del barcode, per poi aggiungere il proprio logo (anche se il rimando a Marlboro è ancora chiaro).

Ma se questi messaggi sono così presenti, come possiamo sfruttarli e trovarli nella vita di tutti i giorni?
Ne parleremo nei nostri prossimi articoli.

Clickbait: gli acchiappa click

Navigando su Facebook o Instagram ti sarai accorto che spesso capita di imbattersi in pagine pseudo-informative che hanno un unico scopo: creare curiosità.
Come funzionano? Un grande titolo con una notizia che fa scalpore.

Il fenomeno del clickbaiting lo incontriamo ogni giorno, ma non è un’attività recente è solamente una progressione dei famosi tabloid o delle testate scandalistiche.

Questa tecnica di marketing, perché altro non è, consiste nell’attrarre gli utenti manipolando la mente di chi legge per mezzo di gossip verosimili, puntando spesso sul lato emozionale. Come per ogni strategia non bisogna esagerare, altrimenti si sconfina nell’assurdo, come alcune testate giornalistiche stanno facendo di recente. Ma non c’è dubbio che una buona dose di titoli clickbait, sensazionalistici, fuorvianti o semplicemente ridicoli, se usati in modo appropriato, funzionano quando si tratta di generare click.

Alcuni esempi?
“10 cose da fare prima di comprare una casa”
“Mette mezzo litro di coca nel water…quello che succede è pazzesco!”
“3 motivi per cui dovresti smettere di bere il latte”

E gli esempi sarebbero davvero tantissimi!

L’obiettivo non sono i like, bensì, le condivisioni, i click all’interno del post o il salvataggio dello stesso. A livello pubblicitario i click sono preziosissimi e le pagine usano proprio questa strategia per assicurarseli, i click vengono monetizzati e di conseguenza si è dato il via alla caccia al click.
Le persone si ritrovano a leggere post che estrapolano i fatti dal contesto, cliccando sempre avanti per scoprire come va a finire. È sorprendente però il fatto che nonostante molti utenti conoscano la natura di questi post, la curiosità vinca!

E ricorda, il clickbait peggiore di tutti è “NO CLICKBAIT”.

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Il valore aggiunto per la tua immagine aziendale

Un’azienda, all’interno di un mercato quasi completamente digitalizzato, ha bisogno di contenuti particolari e capaci di richiamare a sé l’attenzione.
Abbiamo già discusso e appurato quanto i video sovrastino qualsiasi altro tipo di contenuto seppur di qualità e possiamo quindi definire come la trasmissione di eventi live e le videoproduzioni siano una risorsa importantissima e a livello di business, possano far riscuotere molto successo.

I clienti e le aziende si sono evoluti, come del resto la tecnologia. Il livello qualitativo è cresciuto in buona misura ovunque e a fare la differenza sono i particolari.

Un buon trailer o un video accattivante ha capacità di portare da te il pubblico, ancor prima di conoscerti. Organizzare un evento godibile da ogni parte del mondo, direttamente dal proprio computer, crea interesse e rende partecipi numerosi potenziali clienti.

Gli eventi live racchiudono in sé tutto l’interesse, il trasporto e l’attenzione di un evento “classico”, ma con qualcosa in più. La tendenza attuale ossia la comodità, permette a persone che mai avrebbero partecipato o interagito con la tua azienda di diventare utenti attivi e possibili clienti fidelizzati.

È in realtà semplice creare una community di fedeli e affezionati al brand con l’ausilio di contenuti e eventi di diverso genere, basta solo scegliere argomento, tipologia e data.
Sitointerattivo opera con fantasia e creatività, alimento immancabile per creare storytelling vincenti e di successo e videografiche e animazioni come contorno dei tuoi messaggi per vincere e convincere.

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Dalla pubblicità occulta al product placement

I cantanti, divi di Instagram, Fedez e Achille Lauro, con Orietta Berti hanno puntato al tormentone estivo all’inizio di giugno, con il lancio di “Mille”. Il singolo, dopo pochi giorni già disco di platino, ha prodotto particolare risonanza grazie al ritornello, che recita: “Labbra rosso Coca-Cola”.

La bibita ha fin da subito riscosso successo ma la visione di una bottiglia di Coca-Cola, esplicitamente sponsorizzata, ha destato non poche polemiche, nonostante, come ogni fan di Vasco Rossi sa, questa non fosse la prima canzone a citarla.

Gli influencer e i social, con personaggi famosi annessi, ci propongono quotidianamente prodotti e servizi in un periodo come il 2021, in cui la nuova frontiera della pubblicità è la sponsorizzazione tramite contenuti multimediali e tramite personalità tra le più diverse. È particolare come non sempre gli utenti si rendano conto di quanto vengano influenzate le loro decisioni e per estensione i loro pensieri.

Sempre Coca-Cola ha potuto percepire, durante gli europei, la potenza dei personaggi iconici e di quanto possano condizionare il pubblico. Quando il calciatore Cristiano Ronaldo durante una conferenza stampa si è ritrovato davanti due bottigliette di Coca-Cola non ha esitato un secondo a spostarle. Il reale motivo è ignoto, probabilmente la cola andava contro quelli che sono gli ideali salutisti dell’atleta o più verosimilmente Cristiano Ronaldo rappresenta un’azienda e numerosi brand leader e perciò non era possibile lo scontro di visibilità con Coca-Cola.

Inserire prodotti in contesti differenti da quelli in cui solitamente si promuove e pubblicizza, come film, serie tv o social, risulta efficace proprio perché gli utenti danno inconsciamente il loro consenso al brand, dando inizialmente consenso alla visione di quel contenuto.

Questa è la pratica del product placement, strategia utilizzata fin dagli albori del marketing che rispetto al periodo storico varia nei contesti ma permane nel concetto. Instagram, Facebook e i numerosi social network che costellano il web sono l’esempio che fa al caso nostro, queste applicazioni vengono scaricate per divertirsi, distrarsi e passare alcuni momenti in modo spensierato, quando vi si accede l’idea non è quella di ricercare prodotti o fare shopping, ma il meccanismo è abbastanza automatico.

Dal momento in cui vedi la tua attrice preferita indossare un paio di scarpe o un capo particolare, nasce il desiderio di possedere lo stesso articolo e con un click la piattaforma diventa rapidamente un e-commerce. Ovviamente la logica del product placement funziona anche al contrario, come suggerisce il nostro esempio. Dopo la conferenza stampa di Ronaldo, la Coca-Cola ha registrato un calo dell’1,6% in borsa, poco più di €4.000.000,00.

Quando visualizzi i contenuti di un personaggio, sei tu come utente a dare il consenso e se questo stesso personaggio promuove un luogo, un articolo o un servizio inconsciamente l’utente da il consenso anche al brand.

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Debranding: quale obbiettivo?

Ad oggi risulta essenziale posizionarsi con il proprio brand e avere una propria identità aziendale negli anni è diventato sempre più necessario per piazzarsi bene sul mercato.
Nel corso degli anni si sono però sviluppate altre strategie che vanno a rimuovere parte del brand, in quanto quando la notorietà di un marchio è alle stelle allora ha più senso differenziarsi.
La brand awareness è essenziale, e per questo nel corso degli anni sono nate delle tecniche per emergere, tra cui il debranding che va a rimuovere varie caratteristiche per consentire di essere unici.
Questo metodo consiste nel rimuovere (in parte o per intero) il nome o il logo del prodotto, e agisce sulla nostra esperienza legata al singolo brand.
L’impatto è dovuto al fatto che una promozione del genere rende l’azienda più “umana”, meno istituzionale e fa sembrare il prodotto più legato al consumatore.
Ma per promuovere la propria azienda senza un logo (e brand commerciale) bisogna senza dubbio proporre prodotti la cui identità sia assolutamente distintiva, con un font unico e accattivante e con immagini senza parole (l’uso delle sole immagini aumenta l’attenzione del consumatore e crea una diversa comprensione del messaggio) oppure con stilemi in flat design.
Ci sono varie modalità per seguire questa via, ossia la rimozione completa del logo per sostituirlo con altre informazioni (Apple ha rimosso dai propri prodotti il proprio nome creando una identità grafica ben distinta e unica), oppure rimuovere il nome aziendale dal logo per poi svecchiarlo (esempio è Starbucks)
Ovvio che ciò che offriamo debba già essere noto e utilizzato, perché tale processo in caso contrario potrebbe portare alla caduta nel baratro del nostro prodotto.
Vuoi saperne di più su come fare splendere il tuo brand?
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Soluzioni digitali per il tuo business

Soluzioni digitali per il tuo business

Vuoi essere presente sul web?Soluzioni digitali per il tuo business Puoi immaginare come si sviluppa un piano di comunicazione su internet? Ti interessano e sai come funzionano i media?

Se stai continuando a leggere probabilmente sei una persona curiosa.

Per rispondere a queste necessità Sitointerattivo ha sviluppato per te la possibilità di pianificare il tuo investimento su soluzioni digitali quali siti di e-commerce, siti web, applicazioni, crm e per il tuo business.

Ti possiamo offrire la nostra esperienza nel percorso per la digitalizzazione, e ti doteremo di soluzioni all’avanguardia e economiche in modo che tu possa spendere piccole somme di denaro mensili, il tutto grazie al noleggio operativo, che unisce un prezzo ridotto alla possibilità di essere seguiti da consulenti che sono innamÓrati della tua comunicAzione.

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Papillon Official, eCommerce di successo

Papillon official, eCommerce di successo

Ti piacerebbe sviluppare la tua piattaforma di vendita sul web?Papillon official, eCommerce di successo

Vuoi sfruttare le possibilità di questo nuovo “campo”?

Ti interessa il settore della vendita al dettaglio?

Nel corso degli ultimi tempi, per via dell’epidemia, le vendite di beni o servizi sul web hanno subito un’impennata.

Ciò ha creato un mercato nuovo, quello delle piattaforme di eCommerce che, integrando una serie di iniziative nell’ambito digitale, hanno permesso una svolta anche nei mercati in qui in passato ci si rivolgeva al negozio fisico, tanto da portare numerose piccole imprese a aprire degli e store.

Noi da tempo offriamo soluzioni di eCommerce, e un caso di successo della nostra piattaforma è Papillon Official.

Questa azienda è nata nel 1976 come piccolo laboratorio bergamasco e dal 2019 ha sviluppato, tramite le nostre soluzioni di eCommerce, una crescita del 12 per cento del fatturato.

Questo anche grazie all’introduzione di uno store accattivante, di sistemi di integrazione del pagamento e di una struttura di navigazione ottimizzata per il mobile che offre tutto at a glance.

Vuoi scoprire i motivi del successo di un e-store digitale?

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Perché è importante avere una comunicazione integrata?

Ti piacerebbe che la tua azienda venisse riconosciuta da tutti? E che la tua comunicazione ti distinguesse dai tuoi competitor?

La comunicazione integrata serve proprio a questo, a differenziarti dagli altri.

Come funziona? Questo metodo utilizza una serie di strumenti di marketing per creare una brand identity (ossia un’immagine aziendale che rende l’azienda graficamente e comunicativamente riconoscibile al pubblico).

Essenziale per lo sviluppo di una brand identity è la costanza dei messaggi, che devono essere riconoscibili e devono incuriosire il pubblico sugli argomenti trattati.

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SEO e SEM sono tuoi amici parte 3: la SEM?

Il mercato digitale fornisce immense possibilità di vendita, ma ottenere risultati
concreti è impossibile se vi mancano i fondamentali, tra cui l’esistenza di un
vostro sito che consenta la condivisione delle vostre informazioni (non
necessariamente i prodotti o i servizi legati all’azienda).
Nel caso del marketing digitale, è il fratello di SEO ad intervenire: SEM (search
engine marketing) che consiste nell’insieme delle attività di web marketing svolte
per aumentare la visibilità e la rintracciabilità di un sito web attraverso i motori di
ricerca.

 Sem migliora il modo in cui il sito viene “venduto” online e la sua
visibilità attraverso strategie specifiche atte a far convergere il traffico verso un
sito; si basano sul concetto di inbound marketing.
SEO, SEM uniti alla pubblicità vengono integrati nella SEA (search engine
advertising), che sfrutta AdWords e processi di pay per click per dirigere il
pubblico verso un determinato luogo del web grazie all’utilizzo di tecniche di
posizionamento sponsorizzato.

SEO e SEM sono tuoi amici parte 2: cosa sono i Crawler?

Il crawler: il ragnetto del web

Ogni sito ha una serie di informazioni al suo interno e Google ha bisogno di un modo per capire di cosa vi occupate sulla vostra pagina web; l’enorme mole di dati che circolano online è impossibile da gestire per un solo software, quindi, è stato creato un sistema di software chiamati crawler bot che vanno ad identificare autonomamente le parole e le di ogni sito scansionando interamente. La user experience è il focus del funzionamento di Google e i suoi risultati di ricerca variano a seconda delle caratteristiche di chi sta digitando una richiesta nel motore di ricerca: è fondamentale che i crawler analizzino a fondo ogni indirizzo url così da permettere a Google di scovare i risultati più pertinenti per ogni utente.

SEO e SEM sono tuoi amici parte 1: cosa è la SEO?

L’ottimizzazione online è fondamentale: ti spiego perché

Seo = necessario

Oggi l’utente online ha disponibili letteralmente migliaia di scelte e risultati di ricerca; tuttavia, circa il 35% degli utenti individua come affidabili solo le prime
due pagine di Google, ma perché proprio le prime due pagine?
Essere nelle prime posizioni su Google non è automatico: avviene solo dopo una
selezione da parte del browser in base alle informazioni che gli vengono fornite;
queste informazioni vengono condivise tramite un sistema di plugin (tra cui
Yoast) che fornisce a Google i dati della tua pagina, le parole più cliccate
all’interno di un post, la pertinenza delle tue parole rispetto ad un determinato
argomento, etc.
Questo processo è noto come SEO: search engine optimization, ed è l’insieme
delle attività volte a migliorare la scansione, l’indicizzazione ed il posizionamento
(ranking) di un contenuto online.

Il SEO ottimizza:

  • Il server web;
  • JavaScript e CSS;
  • Le stringhe di codice e la convalidazione W3C;
  • La struttura del sito e il menu di navigazione;
  • I contenuti testuali e le immagini presenti nelle pagine;
  • I link interni al sito;
  • I backlink (link esterni al sito);
  • L’usabilità del sito;
  • L’accessibilità delle informazioni per i crawlers;
  • Il codice sorgente e i dati strutturati.

Quanto per indicizzare il tuo sito sul web?

Cosa vogliamo tutti dal web? Cosa ci aspettiamo quando decidiamo di tuffarci nel mondo del digital marketing? Ma soprattutto, lo stiamo facendo nel modo corretto?

Quando ci imbattiamo in queste cose, probabilmente ci aspettiamo che il nostro sito internet possa comparire tra i primi risultati di ricerca di Google poche ore dopo la pubblicazione online.

È davvero così? Quello che sappiamo per certo è che non esiste un periodo di tempo garantito entro il quale il nostro sito sito web indicizzerà i nuovi contenuti e comparirà nei risultati di ricerca di Google.

I motori di ricerca, in primis Google, si prendono un periodo di “valutazione” del nuovo sito in rete per capire se è una risorsa attendibile o meno. Il Web Marketing, infatti, non è una scienza esatta, ma un lavoro fatto di analisi accurate, correzione degli errori e una continua ottimizzazione.

Questo periodo di “valutazione” generalmente ha una durata compresa tra 10 e 30 giorni, perché il motore di ricerca (ad esempio Google) deve capire l’attendibilità del sito, se questo ha contenuti validi ed originali, se non si tratta di un sito spam e, cosa ancor più importante, se i testi non sono copiati da altre fonti.

Dopodichè il Crawler di Google che è un software automatico, esegue la scansione delle pagine web e passa in rassegna il web periodicamente, indicizzando le nuove pagine web.

Una volta che il sito è “piaciuto” al motore, questo verrà visitato tutti i giorni dal bot giornaliero detto “Spider” che aggiungerà di volta in volta i nuovi contenuti, come ad esempio accade con le testate online dei quotidiani. Questo significa che Google inserirà il sito nei suoi indici (da cui indicizzazione) di ricerca in determinate posizioni a seconda delle parole chiave digitate.

La costruzione di una reputazione online richiede tempo per raggiungere una posizione solida ed autorevole agli occhi di Google e degli utenti.