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Il 6G non è così lontano

Il 6G non è poi così lontano

Lo dicono gli scienziati di Purple Mountain Lab, società di Nanchino che ha superato ogni record in fatto di velocità di trasmissione in tempo reale. Questi scienziati cinesi ci hanno avvicinato tempestivamente al futuro, provando quanto il 6G funzioni e sia possibile utilizzarlo entro il 2030.

È una svolta, ma per comprenderlo meglio possiamo paragonare il 4G che utilizziamo noi tutti oggi. La connessione internet che utilizziamo sui nostri smartphone arriva circa a 100 Mbps, la Purple Mountain Lab ha raggiunto velocità 2000 volte più veloci, arrivando a 200 Gbps.

In parole povere? Se due treni partissero nello stesso istante da A per arrivare a B, il treno 4G ci metterebbe 3,5 ore, il treno 6G ci metterebbe 7 secondi.

A quale scopo sviluppare questa rivoluzionaria tecnologia? Ovviamente non solamente per velocità di rete o di download. Il 6G potrebbe essere impiegato per la latenza di segnale ultra bassa, utilizzata per arrivare a un’efficienza energetica della comunicazione ultra elevata, per l’affidabilità, sicurezza e localizzazione.

Il mondo, con l’avvento del 6G cambierà enormemente, è inevitabile.
Cosa aspettarci? Un mondo integrato a una tecnologia intelligente al servizio delle città, con automazione completa, per auto, trasporti, infrastrutture e assistenza sanitaria. Grazie a Meta, ne abbiamo anche una visione ma il Metaverso e la realtà aumentata faranno da punto di partenza per ogni tipo di attività di business e in alcuni casi anche per quelle di consumer. Il 6G contribuirà poi ad ampliare la comunicazione olografica e l’Internet of Feelings, ossia la possibilità di trasmettere uno spettro di stimoli differenti, come profumi o sapori artificiali.

In più, il 6G aprirà le porte alla telemedicina ultra-intelligente basata sulla comunicazione tattile.

In sostanza, il mondo diventerà una fusione di realtà fisica, biologica e digitale con quasi 50 miliardi di dispositivi ultra intelligenti alimentati da 6G IoT.

Dicci la tua! Cosa ne pensi della prossima rivoluzione digitale?
…Che non è poi così prossima

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